Salvatore Maria

 
Salvatore Maria

nato nel 1948
Fiumicino

5 Racconti

5.4 min
Quando Salvatore era piccolo c’era Pasqua e Natale, ferragosto non si festeggiava. Quando si avvicinava Pasqua, si cominciavano a conservare le uova. Natale era l’occasione per riunire tutta la famiglia. Crescendo Salvatore ha cominciato ad andare alle feste fatte in casa dove si ballava ma era solo per i compleanni: bastava una bottiglia di vermouth e un paio di dischi. Il cibo si vendeva sfuso e non c’era nessuna scadenza. Sarà stata la fame ma a Salvatore sembra che il cibo fosse più saporito. Non c’erano riscaldamenti, si usava il braciere e anche quello era una festa perché non solo ci si scaldava ma qualcuno leggeva, a volte pagine di vecchi giornali. Non tutte le case avevano l’acqua corrente e si andava alla fontanella con i secchi di metallo. Il bagno si faceva una volta a settimana.
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3.2 min
Non tutte le famiglie avevano ancora la TV e si andava a guardarla dai vicini. C’era un solo canale, poi con gli anni è arrivato il secondo canale, poi RAI3, poi le TV private. All’inizio c’era la TV dei ragazzi, a vedere adesso quei programmi come Lassie o Rin Tin Tin, sembrano miseri ma all’epoca si aspettavano. La sera c’era il telegiornale, poi Carosello, dieci minuti e dopo tutti a nanna.
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4.0 min
Ercolano fino al 68 si chiamava Resina. Quando faceva le elementari a scuola cerano tanti bambini e si facevano i doppi turni: a rotazione le classi andavano a scuola di pomeriggio. Ogni banco aveva il calamaio anche se l’inchiostro ma non c’era sempre. S iscriveva col pennino e quando era spuntato c so macchiava con l’inchiostro. C’erano le matite e qualcuno aveva perfino il temperamatite, diversamente si faceva la punta con la lametta da barba. Le cartelle erano di cartone e bisognava stare attenti perché con la pioggia si gonfiava tuta. I quaderno erano solo due: uno a righe e uno a quadretti.
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3.6 min
Uno zio contadino gli offrì di fare qualche lavoretto. La prima paga fu con le 500 lire d0’argento appena uscite per avere lavorato un campo di patate; Salvatore le ha date alla madre, ci si compravano cinque chili di pane. Salvatore ha fatto l’istituto alberghiero e quando ha conosciuto la moglie ha deciso di venire a Fiumicino a lavorare all’aeroporto.
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4.5 min
Non esistevano giocattoli, bisognava costruirseli; si andavano a raccattare chiodi storti e si raddrizzavano col martello per costruire qualcosa, si trovava un vecchio pallone sgonfio e si riparava. In famiglia erano sette figli di cui Salvatore era l’ultimo: gli è sempre toccato avere i vestiti dei fratelli più grandi che la sorella maggiore, sarta, rivoltava e adattava. In paese la gente aveva più tempo per parlare e incontrarsi, forse anche perché il telefono lo avevano solo poche famiglie
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